[e-privacy] ["Thomas C. Greene " <thomas.greene at theregister.co.uk>] Popular Net anonymity service back-doored
Leandro Noferini
lnoferin at cybervalley.org
Sun Sep 7 11:19:03 CEST 2003
Sama scriveva:
che valanga abbiamo scatenato....
;-)
Rispondo solo alle cose sulle quali penso di avere delle idee, anche se
non sempre chiare.
;-)
> >> Problemi come questo torneranno sicuramente a presentarsi
> >> sempre piu` frequentemente. Pur apprezzando la necessita` di
> >> servizi di anonimato, penso anche che il lavoro di
> >> intercettazione sia a volte necessario.
> >>
> >> Il problema e` di natura politica e non tecnica, ovviamente.
> >> Non credo che la risposta `giusta' (posto che ne esista una)
> >> alla sempre maggiore invasivita` dello Stato o Impero che dir
> >> si voglia nella sfera privata dei `sudditi' sia l'anonimita`
> >> totale.
>
> ln> Io credo che ben pochi "sudditi" cerchino l'anonimità totale:
> ln> al contrario io verifico nel mio piccolo il tentativo di
> ln> ritagliarsi spazi anche piccoli (e spesso sempre più piccoli)
> ln> dove non si abbia la sensazione di essere sempre osservati.
>
> Hai ragione. Riformulo: noto in alcuni settori di coloro che sono
> interessati al problema dell'anonimato una tendenza a vivere il
> problema come un "bianco o nero" (totale e assoluto anonimato o
> niente). Il che non significa che tutti la pensino cosi`, ovviamente.
Sinceramente la penso più "radicale" di Putro: esiste un solo anonimato,
quello totale, verso chiunque e sempre.
Se non è totale è qualcos'altro.
> Per fortuna ci sono molte gradazioni - probabilmente in un momento in
[.....]
> (malissimamente) tante cose che ho letto in questi anni. :))
>
> ln> Secondo me tralasci un aspetto importante della questione: il
> ln> "potere" non si sta semplicemente spersonalizzando,
> ln> allontanandosi dai propri "sudditi". Insieme sta diventando
> ln> anche più pervasivo, o almeno questa è la sensazione diffusa
> ln> che trovo nelle persone che frequento.
>
> Sono d'accordo con te, anche se non l'ho scritto nel mio precedente
> messaggio ('azzi miei, giustamente, non posso presupporre che chi mi
> legge abbia capacita` telepatiche).
>
> Io sono convinto che il Potere, cosi` come si e` sviluppato a partire
> dal 1600 in Europa, sia sempre stato per sua natura pervasivo. Cio`
> che lo limitava erano soltanto i mezzi tecnici, non la sua natura.
> Penso anche che tale tendenza alla pervasivita` non dipenda dalla
> buona o cattiva volonta` di chi, in un dato momento, rappresenta il
> potere (sia un Re, un Presidente del Consiglio, un Parlamentare, un
> Giudice o chiunque altro).
Concordo.
> Penso che sia nella natura della forma-stato (e a maggior ragione
[.....]
> vita dei propri membri.
>
> Allora la domanda che mi pongo io e`: e` possibile un'altra forma di
> convivenza civile e sociale, non basata sul famoso patto con il
> Leviatano di cui parla Hobbes, in cui cioe` i membri della societa`
> non demandano ad un'entita` "altra" il compito di controllare le
> inevitabili devianze (quando queste superano una certa soglia di
> tolleranza che al giorno d'oggi e`, ahime`, secondo me troppo ma
> troppo bassa)?
Non ne ho idea ma il mio "sogno" direbbe di sì.
> Senza ipotizzare una societa` alla 1984 (che comunque si basa sempre
> sul concetto di controllo verticale, sulla presenza di un'entita`
> onnisciente quale il Partito a cui demandare, alla fin fine, ogni
> responsabilita` sociale e civile) e` possibile lavorare per creare una
> societa` piu` orizzontale, in cui i nodi si auto-controllino l'un
> l'altro?
Il problema è esclusivamente politico però.
> Io continuo a pensare che uno dei problemi fondamentali non sia la
> presenza o meno del controllo, che secondo me e` un concetto
> ineludibile. Piu` ci penso piu` mi convinco (sempre pronto a cambiare
> idea, ovviamente) che il problema e` quando il controllo e`
> verticalizzato al massimo e non c'e` scambio reale tra controllore e
> controllato, cosa che porta tra l'altro alla pietrificazione di questi
> due ruoli, che invece secondo me dovrebbero di volta in volta ruotare
> all'interno dei membri di una societa` (non dico niente di nuovo, in
> teoria e` l'assunto su cui si basano le moderne societa`
> "democratiche").
>
> La tecnologia puo` aiutare nella costruzione di una societa` piu`
> orizzontale? Io credo di si`.
Non ho ben chiaro se la tecnologia possa fare aprire una strada del
genere per cui la mia risposta è "non so".
Quello che vedo più chiaramente è che è in atto un forte tentativo di
limitare le possibilità offerteci dalla tecnologia _attuale_ di
difendere la nostra privacy, usando strumenti "normali" del potere:
strumenti polizieschi (che sono sempre stati usati), strumenti mediatici
(gli anonimi cattivi), strumenti legislativi (li conosciamo tutti) e
infine strumenti tecnologici.
Quello che è cambiato rispetto a qualche anno fa (diciamo dal primo
hackmeeting, che per me è stato un po' la svolta) è che prima queste
cose venivano fatte "sotto copertura", nel chiuso delle "strutture di
potere" (pessima espressione) mentre adesso il "Potere" (altra pessima
espressione) sembra avere la necessità di farlo alla luce del sole.
Per questo vengono cercate "coperture" via via sempre diverse per
condurre quest'attacco: prima erano i pedofili, poi è venuto il diritto
d'autore e adesso sono scesi in campo anche i terroristi.
Perché questa "apertura" che, mi pare, costituisca una novità (non
assoluta, è ovvio)?
La mia tecnofilia mi suggerisce che la tecnologia avrebbe potuto
aiutarci a far diminuire il controllo del Potere e che questi, resosene
conto, stia correndo ai ripari con una certa fretta e in modo un po'
raffazzonato (detesto considerare stupidi gli avversari).
Cercando di dare una risposta alla tua domanda: forse la tecnologia
avrebbe potuto aiutarci a limitare un po' l'invasività del Potere nelle
nostre vite private ma ora la deriva va nel verso opposto.
Se poi questo avesse potuto portare ad una società più orizzontale
proprio non lo so; in effetti il problema della privacy sta diventando
centrale via via che la nostra vita si trasferisce sempre più "in rete"
però secondo me non è l'unico problema: altri problemi potrebbero essere
l'accesso _reale_ a questi nuovi mezzi e la coscienza del loro uso,
tanto per fare i primi due che mi vengono in mente.
> Ad esempio, circa il problema del controllo dei log, io vedo tre
> possibili soluzioni:
>
> - non esistono log, oppure i log sono cifrati ed esiste un'unica
> persona che ha la chiave. Mediamente sicuro, ma pone un problema nel
> caso in cui la persona in possesso della chiave non vuole collaborare
> con la "legge" (per i motivi piu` variegati che qui non mi
> interessano);
Sinceramente mi sembrano due soluzioni estremamente diverse:
- non esistono log, per cui combattere le "devianze" diventa molto
difficile. Questo però in un'ottica "poliziesca" tradizionale (cerco
il colpevole per condurlo sulla retta via) che non so quanto riesco a
fare mia in pieno;
- esistono i log in mano ad un solo controllore, e si rientra nel tuo
caso;
> - esistono log cifrati, e si usa un meccanismo di "key escrow" in mano
> ai "controllori". Ovviamente tale sistema, nell'attuale societa`
> verticalizzata, equivale in pratica a non avere alcuna tutela;
>
> - esistono log cifrati, e la chiave e` spezzettata e distribuita tra N
> persone. E` necessario che almeno (N-M [M < N]) persone utilizzino la
> propria porzione di chiave per decifrare un log. In questo modo si
> evita l'accentramento del potere di controllo nelle mani di una
> singola persona (sia questa il "giudice" o il "gestore del nodo"). Si
> aumenta la percezione che siamo tutti responsabili per il corretto
> funzionamento della nostra societa` (di cui un nodo Freenet e` solo un
> elemento, certo, ma non per questo meno importante). Il problema e`
> nel reperire le N-M persone quando c'e` la necessita` di farlo, ma
> visto che viviamo nel mondo delle "comunicazioni di terza generazione"
> non dubito che sia tecnicamente possibile farlo.
>
> Questo e` solo un esempio stupido, ma lo riporto per dire che il mio
> percorso personale va nella direzione di capire se sia possibile,
> anziche` o in contemporanea al "difendersi" contro un Potere
> verticalizzato, creare un Potere orizzontale e distribuito. Una
> societa` basata sull'orizzontalita` potrebbe funzionare? Non lo so.
> Di certo non penso che potrebbe fare molti danni in piu` rispetto a
> quelli che l'attuale sistema di Potere sta gia` facendo.
Sicuramente ma il problema sarebbe ben più vasto del semplice controllo
del Potere sui propri sudditi (ormai tutta l'umanità).
> ln> Per questo io credo che la "ricerca di anonimato" come la
> ln> chiami te diventa una necessità forte.
>
> Concordo con te. Tra l'altro credo che spesso si parli di anonimato
> quando quello che vedo (non dappertutto, ovviamente) e` in realta` la
> ricerca di avere "identita`" alternative.
E quale sarebbe la differenza?
> ln> In ogni caso io credo che il vero problema non sia chi pensa
> ln> di essere sorvegliato ma tutto il resto del gregge, tutti
> ln> quelli che non ci pensano, che pensano di non rischiare mai di
> ln> essere sorvegliati, tutti quelli che "si fidano". E il secondo
> ln> problema è che i mezzi attuali non sono stati pensati per
> ln> proteggere la privacy degli utenti e che all'orizzonte non si
> ln> vedono sistemi "diffusi" pensati per questo, anzi direi che
> ln> l'orizzonte è quanto mai nero da questo punto di vista.
>
> Sono d'accordo. Pensiamo al futuro ma preoccupiamoci del presente: ed
> e` per questo che, pur avendo alcuni dubbi piu` o meno legittimi circa
> l'utilizzo che viene fatto delle tecnologie "anonimizzatrici" sono
> comunque un fermo sostenitore della loro necessita`. E` un po' come
> portarsi i limoni a Genova: nella vita non si sa mai.
Io aggiungerei che sarebbe bene che chi ne ha la possibilità metta in
conto di dover lavorare per ampliare questi spazi, per trovare rimedi
migliori dei limoni.
--
Ciao
leandro
Lei è come tutti i dilettanti: le importa far qualcosa piuttosto che
qualcosa sia fatto.
(Goethe - Le affinità elettive)
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