[e-privacy] Cloud powered facial recognition
A.Cammozzo
a.cammozzo a gmail.com
Ven 30 Set 2011 18:14:09 CEST
Vedi il mio commento all'articolo che citi: è una questione culturale.
Se passa il messaggio che "non possiamo farci nulla", allora non
possiamo davvero farci più nulla.
Se invece ci rendiamo conto che la privacy è un bene comune, una risorsa
pubblica che va tutelata e non erosa, possiamo ottenere che le immagini
raccolte in luoghi pubblici non possano essere usate per il riconoscimento.
La policy di default per i luoghi pubblici deve essere opt-out dal
riconoscimento automatico, come è stato finora.
Altrimenti gireremmo tutti con un cartellino, come avviene quando invece
vogliamo essere identificati.
Se uno vuole farsi identificare anche in pubblico porti un cartellino
con il nome o la sua url di facebook.
Inoltre non deve essere consentito di usare repository pubblici di
immagini con associate informazioni personali per identificare persone
che passano davanti alle telecamere di sicurezza (o altro).
Altrimenti chi sta dietro alle telecamere può sapere cose di te che
nemmeno tu sai.
A chi interessa, ho elaborato più estesamente queste cose per il
convegno Ethicomp, recentemente conclusosi a Sheffield (UK).
Qui c'è il paper:
<https://cammozzo.com/Papers/Cammozzo-Ethicomp2011-FaceRecognition.pdf>
e le slides:
<https://cammozzo.com/Papers/Ethicomp2011-Cammozzo-Presentation.pdf>
ciao
Alberto
On 09/30/2011 05:40 PM, Tommaso Gagliardoni wrote:
> http://www.theatlantic.com/technology/archive/2011/09/cloud-powered-facial-recognition-is-terrifying/245867/
>
> "With Carnegie Mellon's cloud-centric new mobile app, the process of
> matching a casual snapshot with a person's online identity takes less
> than a minute. Tools like PittPatt and other cloud-based facial
> recognition services rely on finding publicly available pictures of you
> online, whether it's a profile image for social networks like Facebook
> and Google Plus or from something more official from a company website
> or a college athletic portrait. In their most recent round of facial
> recognition studies, researchers at Carnegie Mellon were able to not
> only match unidentified profile photos from a dating website (where the
> vast majority of users operate pseudonymously) with positively
> identified Facebook photos, but also match pedestrians on a North
> American college campus with their online identities. "
>
> Ora, ultimamente si sente spesso dire "la privacy e' morta, e' un
> concetto superato, tanto vale rinunciarci", e altrettanto spesso mi
> infurio inveendo al mittente e al suo cervello imbevuto di mantra
> subliminali.
>
> Credo pero' che in alcuni casi sia necessario veramente adeguarsi, o
> quanto meno cambiare prospettiva.
>
> Mi spiego: come risolvere il problema della facial recognition
> (premettendo che non e' e non sara' mai affidabile al 100%) nell'era
> moderna?
>
> Fare in modo che nessuna foto di se' appaia mai sul web? Impossibile.
> Primo perche' non dipende solo dalla nostra volonta', secondo perche' a
> volte puo' servire farlo, terzo perche' la Rete non dimentica. Mai.
>
> Strumenti legali atti a dare al cittadino il controllo totale delle
> proprie foto online? Impossibile. Primo perche' non funzionerebbero mai
> ("information wants to be free" vale anche nell'altro senso), secondo
> perche' la Rete non dimentica. Mai.
>
> Tecnologie di opt-out tipo TagMeNot? Non funzioneranno mai, per i
> suddetti motivi. Senza parlare delle mille possibilita' offerte dalle
> tecnologie di anonimizzazione per divulgare informazioni non autorizzate
> in maniera sicura (lo vogliamo l'anonimato, vero? Io si', ma bisogna
> essere pronti alle conseguenze, non tutto e' rose e fiori).
>
> Vietare lo sviluppo di tecnologie di facial recognition? Neanche vale la
> pena parlarne, l'assurdo comincia gia' in "vietare lo sviluppo di
> tecnologie".
>
> Quello che penso, ma sono pensieri cosi' alla rinfusa e vorrei
> discuterne in lista, e' che bisogna cambiare approccio, ed accettare il
> fatto che IN QUESTO CASO PARTICOLARE si debba passare da una protezione
> della privacy "passiva" ad una "attiva". Nel senso: bisogna cominciare
> ad accettare l'idea che il progresso tecnologico renda naturale e
> inevitabile il fatto che chiunque, mentre cammino per strada, possa
> inquadrarmi con lo smartphone e reperire al volo informazioni su di me.
> In altre parole, la mia faccia e' un dato personale PUBBLICO, non
> privato, non ha senso cercare di ostacolarne la diffusione (mentre
> invece e' gia' possibile impedirne lo sfruttamento, che e' una cosa
> diversa, tipo se qualcuno mi fotografa per strada e usa la mia faccia
> senza autorizzazione per pubblicizzare un film horror posso denunciarlo).
>
> Quello che il legislatore dovrebbe fare piuttosto e' consentire al
> cittadino di poter non essere tracciato in ambienti pubblici mediante
> quel dato. In altre parole: non dovrebbe essermi impedito di girare per
> strada con un passamontagna, o di indossare un cappellino a led
> infrarossi per accecare le telecamere, dato che a tutti gli effetti
> questi (e analoghi) sono i soli mezzi efficaci per evitare il
> tracciamento. Magari ci saranno luoghi dove mi sara' interdetto
> l'accesso per ragioni di ordine pubblico (in banca, a scuola, etc.), ma
> in generale mi dovrebbe essere consentito farlo.
>
> Certo, il caricare mega e mega di foto idiote di se' e dei propri amici
> sull'inutilfacebook non aiuta.
>
> Che ne pensate?
>
>
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