[e-privacy] [PP] [Fwd: Re: Richiesta motivazioni candidatura BBA]
leandro
lnoferin at cybervalley.org
Tue May 13 18:52:50 CEST 2008
Il giorno lun, 12/05/2008 alle 15.50 +0200, athos gualazzi ha scritto:
[....]
> Si ricorre all'anonimato in assenza di libertà o per commettere un
> reato, non vi sono altri motivi
Mah, codesta è una conseguenza tutta da dimostrare e anzi secondo me
falsa per non dire peggio.
L'unica affermazione del genere che mi sentirei di fare è che si usa
l'anonimato per non dover rivelare il proprio nome.
Un contro esempio può essere benissimo il caso di un messaggio in una
lista come questa per il quale si può voler usare l'anonimato per
evitare che i motori di ricerca ricordino per l'eternità che io ad una
certa ora di un certo giorno ero seduto davanti ad un computer a
scrivere un messaggio.
Io ad esempio uso spesso i remailer anonimi per fare i forward di
messaggi alle liste così da evitare che tutti gli iscritti (che non
possono conoscere a priori) sappiano quali altre liste io leggo.
> Per preservare la privacy deve essere sufficiente un nik e per questo
> chiediamo che le comunicazioni in Rete siano equiparate alla
> corrispondenza tradizionale,
Per la quale esiste il sistema di remailer anonimi maggiormente diffuso
che consiste nelle cassette rosse delle lettere nelle quali chiunque,
senza doversi in alcun modo identificare, può depositare una missiva (la
quale non deve essere in alcun modo identificabile per il funzionamento
del meccanismo), indirizzata a chicchessia, certo (più o meno) della sua
consegna ad opera di un sistema protetto addirittura da un apparato fino
a pochi anni fa assolutamente statale.
E tutto questo funziona da secoli, anche con casi di "abuso" eclatanti
(pensare alle tante lettere minatorie che la cronaca ci ha riportato)
senza che nessuno abbia mai chiesto una limitazione di questo diritto.
> per l'anonimato auspichiamo vi sia minor ricorso possibile.
In che senso?
Chiedi che sia obbligatorio farsi identificare prima di usare un sistema
qualsiasi di corrispondenza, tranne che nei casi di "reale necessità"?
E chi stabilisce questa "reale necessità"? Lo Stato, Dio, la Polizia,
chi?
E questi anonimi regolarmente registrati, direi protetti per usare un
termine in voga, devono essere elencati da qualche parte?
Personalmente non vedo alcun sistema per proteggere un diritto di questo
genere se non la sua affermazione generale e la sua pratica individuale.
Altri diritti del genere (vedi la libertà di stampa) vengono
"regolamentati" a tal punto che ormai risultano praticamente inattuabili
se appena appena ci si muove fuori da rigidissimi paletti economici,
sociali e politici e così sono praticamente morti da tempo.
> Non ho la verità in tasca e sono disposto a discutere queste idee,
> che, onestamente, mi paiono ovvie al limite del banale.
> Resto in attesa
> Athos
--
Ciao
leandro
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