[e-privacy] KaZaa - file sharing - EasyInternet Cafe'

Avv. Barbara Gualtieri barbaragualtieri at libero.it
Thu Jan 30 19:38:10 CET 2003


1 KaZaa al contrattacco

2 Il file sharing "contagia" Macintosh

3 Condannata EasyInternet Cafe'


  KaZaa al contrattacco


KaZaa non si arrende. Il produttore del popolare software di file-sharing,
usato da centinaia di migliaia di persone per scambiare musica gratuitamente
ogni giorno, capovolge le accuse delle major. Secondo il Ceo, Sharman
Networks, i discografici abusano del diritto di copyright per elevare
barriere commerciali ed escludere dal settore i concorrenti potenziali. Con
questo semplice diversivo Sharman Networks conta probabilmente di ritardare
l'azione giudiziaria intrapresa contro KaZaa. La crociata della RIAA contro
i programmi peer-to-peer, secondo la tesi di KaZaa, sarebbe a rischio di
anti-trust, perche' se da un lato le major hanno rifiutato qualsiasi
compromesso sui diritti, dall'altro cercavano di far decollare i servizi
online a pagamento di Pressplay e Musicnet .

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  Il file sharing "contagia" Macintosh


Il file sharing di brani musicali - la stessa tecnologia che ha gia'
prodotto Napster e Gnutella e' nuovamente alla ribalta. James Speth, un
programmatore appassionato di Macintosh, ha infatti sviluppato un plug-in
integrabile nel popolare iTunes, il player musicale di Mac. Una volta
installato, il software, chiamato iCommune, permette infatti di condividere
file musicali e di scambiarli con altre macchine Apple collegate in rete,
sfruttando il protocollo "Rendezvous". La casa della mela non ha gradito,
intimando a Speth di bloccarne la distribuzione, cosa puntualmente avvenuta.
Si attende adesso la nuova versione del programma. Steph ha annunciato che
sara' rilasciata sotto licenza GNU/GPL in modo chiunque possa intervenire
sul codice sorgente. Dovrebbe funzionare, sempre in modalita' peer-to-peer,
con diversi player di musica.



  Condannata EasyInternet Cafe'


EasyInternet Cafe', la catena inglese di Internet cafe', ha perso il
giudizio contro British Phonographic Industry (BPI), con Sony Music, EMI e
Universal Music. I discografici erano ricorsi al tribunale lo scorso anno
accusando i gestori di violazione di copyright per aver consentito ai propri
clienti di scaricare e masterizzare musica nelle sedi di Londra, Glasgow,
Edimburgo e Manchester. Alcuni sopraluoghi hanno rivelato anche il prezzo: 8
sterline a CD. La vicenda, iniziata quasi due anni fa, si e' chiusa con la
sentenza del giudice di Londra che ha condannato EasyInternet Cafe' al
risarcimento.
(fonte: Internetlaw)








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