[e-privacy] ["Thomas C. Greene " <thomas.greene at theregister.co.uk>] Popular Net anonymity service back-doored

Andrea Glorioso sama at perchetopi.org
Sat Aug 30 12:33:23 CEST 2003


Caro Leandro,

>>>>> "ln" == Leandro Noferini <lnoferin at cybervalley.org> writes:

    ln> Sama scriveva:
 
    >> Problemi  come   questo  torneranno   sicuramente a presentarsi
    >> sempre piu`  frequentemente.  Pur apprezzando la  necessita` di
    >> servizi  di   anonimato,   penso    anche che  il    lavoro  di
    >> intercettazione sia a volte necessario.
    >> 
    >> Il problema e` di  natura  politica e non  tecnica, ovviamente.
    >> Non  credo che la  risposta `giusta' (posto  che ne esista una)
    >> alla  sempre maggiore invasivita` dello  Stato o Impero che dir
    >> si  voglia nella  sfera privata dei  `sudditi' sia l'anonimita`
    >> totale.

    ln> Io credo che ben pochi  "sudditi" cerchino l'anonimità totale:
    ln> al   contrario io verifico  nel mio  piccolo   il tentativo di
    ln> ritagliarsi spazi anche piccoli (e  spesso sempre più piccoli)
    ln> dove non si abbia la sensazione di essere sempre osservati.

Hai ragione.  Riformulo:  noto in alcuni   settori di coloro che  sono
interessati al   problema  dell'anonimato  una  tendenza a   vivere il
problema  come  un "bianco  o   nero" (totale e  assoluto  anonimato o
niente).  Il che non significa che tutti la pensino cosi`, ovviamente.
Per fortuna ci sono molte gradazioni - probabilmente  in un momento in
cui   l'invasivita`   nella   nostra   sfera   personale,    privata e
professionale si fa cosi` intensa e` normale che la reazione sia a sua
volta piu` intensa che nel passato (in cui il problema della "privacy"
e dell'anonimato non erano cosi` particolarmente sentiti).

    >> Io credo che il  problema reale sia  la sempre maggior distanza
    >> che  c'e`   tra    i  "nodi"   della    nostra    societa`.  La
    >> verticalizzazione    dei   rapporti    sociali  impone      una
    >> spersonalizzazione   del   rapporto   sociale  medesimo;  e  il
    >> trasferimento del "controllo" verso nodi sempre piu` lontani da
    >> se  stessi.  Cio` a sua  volta genera una istintiva reazione di
    >> diffidenza   da parte di    chi e`  potenzialmente controllato,
    >> diffidenza che si trasforma nella  ricerca di anonimato a volte
    >> (mia personalissima opinione)   eccessiva rispetto  alle  reali
    >> esigenze.

    ln> In questi tre capoversi hai scritto un sacco di cose.

    ln> Tante cose che mi sono risuonate in testa per qualche giorno
    ln> ma con le quali non penso di essere completamente d'accordo.

Beh, per   fortuna.   Mi sarei preoccupato   se chiunque  fosse  stato
d'accordo   con   una   decina  di    righe  in    cui  ho  condensato
(malissimamente) tante cose che ho letto in questi anni. :))

    ln> Secondo me tralasci un aspetto  importante della questione: il
    ln> "potere"   non    si   sta   semplicemente   spersonalizzando,
    ln> allontanandosi dai  propri  "sudditi".  Insieme sta diventando
    ln> anche più pervasivo,  o almeno questa è  la sensazione diffusa
    ln> che trovo nelle persone che frequento.

Sono d'accordo con  te, anche se  non l'ho scritto  nel mio precedente
messaggio ('azzi  miei, giustamente, non  posso presupporre che chi mi
legge abbia capacita` telepatiche).

Io sono convinto che il Potere, cosi` come  si e` sviluppato a partire
dal 1600 in Europa,  sia sempre stato per sua  natura pervasivo.  Cio`
che  lo limitava erano soltanto  i  mezzi tecnici,  non la sua natura.
Penso  anche  che tale tendenza  alla   pervasivita` non dipenda dalla
buona o  cattiva volonta` di chi,  in un  dato momento, rappresenta il
potere (sia un Re, un  Presidente  del Consiglio, un Parlamentare,  un
Giudice o chiunque altro).

Penso  che sia nella  natura  della forma-stato  (e a maggior  ragione
della forma-impero di  cui  ultimamente si   parla  tanto, a volte   a
sproposito) il  cercare di pervadere la vita  dei  propri membri.  Amo
molto il  pensiero di  Michel Foucault e   la sua  teorizzazione della
"societa`  panoptica"  e    credo che   le  dinamiche  storico-sociali
descritte  dal filosofo francese   - in particolare  in "Sorvegliare e
punire"  e   in "Storia  della  follia" -   siano in   un  certo senso
automatiche ed "inevitabili"  (non amo molto  il termine, ma non me ne
viene in mente  uno migliore).  La forma-stato, per  come e` nata e si
e` sviluppata, tenta  una penetrazione sempre piu` approfondita  nella
vita dei propri membri.

Allora la domanda che mi  pongo io e`: e`  possibile un'altra forma di
convivenza  civile e sociale,  non   basata sul  famoso patto con   il
Leviatano di cui  parla Hobbes, in cui cioe`  i  membri della societa`
non demandano  ad un'entita` "altra"    il compito di  controllare  le
inevitabili   devianze (quando queste superano   una  certa soglia  di
tolleranza che  al giorno d'oggi  e`,  ahime`,  secondo me  troppo  ma
troppo bassa)?

Senza ipotizzare  una societa` alla 1984 (che  comunque si basa sempre
sul concetto  di controllo  verticale,  sulla presenza  di  un'entita`
onnisciente  quale  il Partito  a  cui demandare, alla fin  fine, ogni
responsabilita` sociale e civile) e` possibile lavorare per creare una
societa`   piu` orizzontale, in  cui  i nodi  si auto-controllino l'un
l'altro?

Io  continuo a pensare  che uno  dei  problemi fondamentali non sia la
presenza o meno   del  controllo,  che   secondo me  e`  un   concetto
ineludibile.  Piu` ci penso piu` mi convinco (sempre pronto a cambiare
idea,   ovviamente) che il      problema e` quando   il  controllo  e`
verticalizzato al massimo  e non c'e` scambio  reale tra controllore e
controllato, cosa che porta tra l'altro alla pietrificazione di questi
due ruoli, che invece secondo me dovrebbero di  volta in volta ruotare
all'interno dei membri di  una societa` (non dico  niente di nuovo, in
teoria  e`    l'assunto su   cui   si  basano   le  moderne   societa`
"democratiche").

La tecnologia puo` aiutare  nella  costruzione  di una  societa`  piu`
orizzontale?  Io  credo  di si`.  Ad  esempio,  circa il problema  del
controllo dei log, io vedo tre possibili soluzioni:

- non  esistono log,  oppure  i log sono   cifrati ed esiste  un'unica
persona che ha la chiave.  Mediamente sicuro, ma  pone un problema nel
caso in cui la persona in possesso  della chiave non vuole collaborare
con    la "legge" (per    i motivi   piu`  variegati  che  qui  non mi
interessano);

- esistono log cifrati, e si usa un meccanismo di "key escrow" in mano
ai "controllori".    Ovviamente tale  sistema,  nell'attuale  societa`
verticalizzata, equivale in pratica a non avere alcuna tutela;

- esistono log cifrati, e la chiave e` spezzettata e distribuita tra N
persone.  E` necessario che almeno (N-M [M < N]) persone utilizzino la
propria porzione di  chiave per decifrare un log.   In questo  modo si
evita  l'accentramento del potere  di    controllo nelle mani  di  una
singola persona (sia questa il "giudice" o il "gestore del nodo").  Si
aumenta la percezione  che siamo  tutti  responsabili per il  corretto
funzionamento della nostra societa` (di cui un nodo Freenet e` solo un
elemento, certo, ma  non per questo meno  importante).  Il problema e`
nel  reperire le N-M  persone quando c'e`  la  necessita` di farlo, ma
visto che viviamo nel mondo delle "comunicazioni di terza generazione"
non dubito che sia tecnicamente possibile farlo.

Questo e` solo un  esempio stupido, ma lo riporto  per dire che il mio
percorso  personale va nella   direzione di capire  se sia  possibile,
anziche` o    in   contemporanea al "difendersi"   contro    un Potere
verticalizzato, creare   un  Potere orizzontale   e  distribuito.  Una
societa` basata  sull'orizzontalita` potrebbe funzionare?  Non  lo so.
Di  certo non penso che  potrebbe fare molti  danni in piu` rispetto a
quelli che l'attuale sistema di Potere sta gia` facendo.

    ln> Per questo io credo che la "ricerca di anonimato" come la
    ln> chiami te diventa una necessità forte.

Concordo con  te.  Tra l'altro credo  che spesso si parli di anonimato
quando quello che vedo (non dappertutto, ovviamente)  e` in realta` la
ricerca di avere "identita`" alternative.

    ln> In ogni caso io credo  che il vero  problema non sia chi pensa
    ln> di  essere sorvegliato ma  tutto   il resto del  gregge, tutti
    ln> quelli che non ci pensano, che pensano di non rischiare mai di
    ln> essere sorvegliati, tutti quelli che "si fidano". E il secondo
    ln> problema è  che i mezzi attuali    non sono stati pensati  per
    ln> proteggere la privacy degli utenti e  che all'orizzonte non si
    ln> vedono sistemi "diffusi" pensati  per  questo, anzi direi  che
    ln> l'orizzonte è quanto mai nero da questo punto di vista.

Sono d'accordo.  Pensiamo al futuro ma preoccupiamoci del presente: ed
e` per questo che, pur avendo alcuni dubbi piu` o meno legittimi circa
l'utilizzo che viene fatto   delle tecnologie "anonimizzatrici"   sono
comunque un fermo  sostenitore della loro  necessita`.  E` un po' come
portarsi i limoni a Genova: nella vita non si sa mai.

ciao,

andrea
--
In my dreams I was drowning my sorrows             andrea glorioso
But my sorrows they learned to swim     
Surrounding me going down on me                    www.acidlife.com
Spilling over the brim                          sama at perchetopi.org



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