[e-privacy] ["Thomas C. Greene " <thomas.greene at theregister.co.uk>] Popular Net anonymity service back-doored

Leandro Noferini lnoferin at cybervalley.org
Sat Aug 30 02:07:23 CEST 2003


Sama scriveva:
 
> Problemi come questo  torneranno sicuramente a presentarsi sempre piu`
> frequentemente.   Pur  apprezzando     la necessita`  di  servizi   di
> anonimato,  penso anche che il lavoro  di intercettazione  sia a volte
> necessario.  
> 
> Il problema  e` di natura  politica e  non  tecnica, ovviamente.   Non
> credo che la  risposta `giusta' (posto  che ne esista una) alla sempre
> maggiore  invasivita` dello  Stato  o Impero  che dir si  voglia nella
> sfera privata dei `sudditi' sia l'anonimita` totale.  

Io credo che ben pochi "sudditi" cerchino l'anonimità totale: al
contrario io verifico nel mio piccolo il tentativo di ritagliarsi spazi
anche piccoli (e spesso sempre più piccoli) dove non si abbia la
sensazione di essere sempre osservati.

> Io credo che il problema reale sia la sempre maggior distanza che c'e`
> tra i "nodi" della nostra societa`.  La verticalizzazione dei rapporti
> sociali impone una spersonalizzazione del rapporto sociale medesimo; e
> il trasferimento del "controllo" verso nodi  sempre piu` lontani da se
> stessi.  Cio` a sua volta  genera una istintiva reazione di diffidenza
> da  parte  di chi   e`  potenzialmente controllato, diffidenza  che si
> trasforma nella ricerca di    anonimato a volte    (mia personalissima
> opinione) eccessiva rispetto alle reali esigenze.

In questi tre capoversi hai scritto un sacco di cose.

Tante cose che mi sono risuonate in testa per qualche giorno ma con le
quali non penso di essere completamente d'accordo.

Secondo me tralasci un aspetto importante della questione: il "potere"
non si sta semplicemente spersonalizzando, allontanandosi dai propri
"sudditi". Insieme sta diventando anche più pervasivo, o almeno questa è
la sensazione diffusa che trovo nelle persone che frequento.

Per questo io credo che la "ricerca di anonimato" come la chiami te
diventa una necessità forte.

In ogni caso io credo che il vero problema non sia chi pensa di essere
sorvegliato ma tutto il resto del gregge, tutti quelli che non ci
pensano, che pensano di non rischiare mai di essere sorvegliati, tutti
quelli che "si fidano". E il secondo problema è che i mezzi attuali non
sono stati pensati per proteggere la privacy degli utenti e che
all'orizzonte non si vedono sistemi "diffusi" pensati per questo, anzi
direi che l'orizzonte è quanto mai nero da questo punto di vista.

Boh, è tardi, non so se sono riuscito a scrivere qualcosa di sensato.

--
Ciao
leandro
Lei è come tutti i dilettanti: le importa far qualcosa piuttosto che
qualcosa sia fatto.
(Goethe - Le affinità elettive)
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