[e-privacy] Linux e la sindrome di Maria Antonietta.
Hal
hal at linux.it
Mon May 27 17:38:33 CEST 2002
(è lunghino e parla di didattica... fate un po' voi)
Ho ripreso l'ennesimo
"Re: [e-privacy] GUID e dati personali nei documenti office"
perché mi ha ispirato un'altro tema che ho a cuore da tempo ma
non ho mai esternato fuori dal GOLEM.
Noto che nella comunità del Software Libero e in particolare
nella comunità Linux (da cui provengo) si hanno molte liste
che trattano, ad alto livello, temi anche molto complessi,
delicati, sottili. Questo fa onore alla comunità, che dimostra
di avere membri preparati e attenti.
Da poco tempo frequento anche altre mailing list, come questa,
non direttamente legate a un mezzo tecnologico (Linux) ma a
un tema (la privacy). Trovo la stessa presenza di competenze
elevate e lo stesso meccanismo (di per se buono) di
puntualizzare, discernere, distinguere e proporre quanto di
meglio possibile.
Quando mi sono affacciato al mondo Linux ho molto sofferto di
un atteggiamento degli esperti che allora definivo "sindrome di
Maria Antonietta".
Maria Antonietta è stata associata, nei miei studi infantili,
alla sua famosa (e forse falsa) frase in risposta al popolo che
chiedeva "pane!": "Se non hanno il pane... che mangino le
brioche!".
Spiego l'applicazione delle brioche a Linux.
Se un utente windows, poco esperto ma non stupido, che sa appena
configurare outlook, chiede aiuto sulla crittografia, e
l'esperto gli risponde che "Mutt ha un ottimo supporto per
GnuPG", finisce che il nuovo vuole fare all'esperto quello che
il popolo affamato voleva fare a Maria Antonietta di Francia
>:-(
Dire che "il tale sistema operativo ha un supporto a livello
kernel per un programma di crittografia Libero e quindi sicuro -
basta caricare i moduli opportuni -" a chi non ha ancora
afferrato la differenza che passa fra SMTP e POP, equivale a
sbattergli la porta in faccia.
Purtroppo non è così facile trasmettere qualcosa a chi non sa
niente. Ci vuole una pazienza infinita.
Inoltre ci si chiede se è meglio avere coloro che a forza di
RTFM arrivano, pochi ma robusti, alla meta, oppure farsi in
quattro per spianare la strada a chiunque abbia la fregola di
giocare all'Hacker.
Non lo so. Per Linux forse è meglio che si avvicini gente
ben motivata: li si aiuta, ma che pedàlino da soli! E infatti
in questi anni non ho mai mosso critiche alla comunità esperta.
Per la privacy, ho invece il forte dubbio che dovrebbe essere
tirata dentro più gente possibile, come viene viene.
Meglio uno in più, anche se utilizza PGP 7.0 su WinME, che uno
in meno. Intanto si avvicina al problema e aumenta la sua
sensibilità al tema.
Magari, quando è diventato sensibile, gli diciamo che la sua è
una sicurezza fittizia ;-)
Nell'ottica di quanto dico è opportuno pensare un percorso
di "iniziazione" molto lineare, che possa essere affrontato,
_anche_con_bassa_consapevolezza_, da chiunque (vi ricorda
niente "dai la cera, togli la cera"?).
Questo è estremamente difficile e potrebbe essere una bella
sfida per tutta la comunità: definire un percorso di
avvicinamento a certi temi o tecnologie e poi dare indicazioni
precise (e magari apparentemente grossolane) su come il nuovo
arrivato può procedere.
Sicuramente non sono chiaro come vorrei.
Se vi interessa ne parliamo.
Ciao
Hal
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