[e-privacy] Fwd: lettera aperta a Skype
A.Cammozzo
a.cammozzo a gmail.com
Sab 26 Gen 2013 11:13:45 CET
Tra i firmatari basati in Italia c'è anche TagMeNot.info.
Alberto
-
http://TagMeNot.info
On 01/25/2013 11:52 AM, Marco Calamari wrote:
> Lettera aperta a Skype:
>
> “Spieghi se sono sicure le conversazioni degli utenti”
>
> Anche un gruppo di italiani dietro la lettera inviata ieri da
> associazioni e attivisti per chiedere a Skype maggior trasparenza sul
> modo in cui utilizza i dati degli utenti.
>
> Una vasta rete internazionale di organizzazioni per la privacy e di
> programmatori scrive a Skype e a Microsoft per sapere quali dati degli
> utenti sono passati a governi e altre parti. Tra i firmatari anche
> l’italiano Hermes - Centro per la Trasparenza e i Diritti Digitali in
> Rete.
>
>
>
> MILANO, 25 Gennaio 2013 - Quanto sono sicure le conversazioni su Skype?
> Se lo chiedono un gruppo di organizzazioni internazionali a tutela della
> privacy e dei diritti digitali, programmatori, giornalisti e attivisti
> internet in una lettera aperta inviata ieri al fornitore di servizi VoIP
> e a Microsoft, che ha acquisito il noto software nell’ottobre 2011.
>
> Molti utenti – tra cui dissidenti in Paesi autoritari, giornalisti che
> devono comunicare con le proprie fonti, ma anche persone che debbano
> trattare questioni private di lavoro o famiglia - utilizzano Skype per
> scambiarsi informazioni delicate o confidenziali, contando anche
> sull’utilizzo della crittografia da parte del software.
>
> Una fiducia che si scontra con dichiarazioni confuse e ambigue sulla
> effettiva confidenzialità delle conversazioni Skype, e in particolare
> sulla possibilità di accesso che governi e altri soggetti avrebbero nei
> confronti delle comunicazioni e dei dati degli utenti del software
> VoIp.
>
> È dunque venuto il momento per Microsoft – scrivono le associazioni e
> gli attivisti nella lettera aperta – di documentare pubblicamente le sue
> pratiche di sicurezza e di privacy relative a Skype.
>
> Chiediamo a Skype - conclude la lettera - di rilasciare un Rapporto
> sulla Trasparenza aggiornato regolarmente che includa:
>
> 1) Dati sulla cessione di informazioni sugli utenti Skype ad altre
> parti, disaggregati per Paese, incluso il numero di richieste inoltrate
> dai governi, il tipo di richiesta, il numero di richieste soddisfatte e
> le motivazioni con cui altre invece sono state respinte
>
> 2) Dettagli specifici di tutti i dati utente raccolti da Microsoft e
> Skype, e delle modalità con cui sono conservati
>
> 3) Quali dati utente – almeno a conoscenza di Skype – altri soggetti,
> tra cui fornitori di rete o criminali informatici, possono essere in
> grado di intercettare o conservare
>
> 4) Documentazione sulla relazione tra Skype e TOM Online in Cina e altre
> parti autorizzate a usare la tecnologia Skype, tra cui le capacità di
> sorveglianza e censura a cui gli utenti possono essere soggetti nel
> momento in cui utilizzano queste alternative
>
>
>
> 5) L’interpretazione di Skype delle proprie responsabilità in relazione
> al Communications Assistance for Law Enforcement Act (CALEA); le sue
> politiche legate alla divulgazione dei metadati delle chiamate in
> risposta a mandati di comparizione e a National Security Letters (NSLs),
> e più in generale le politiche e le linee guida per i dipendenti quando
> Skype riceve e risponde a richieste sui dati degli utenti da parte di
> agenzie investigative e di intelligence negli Stati Uniti e altrove.
>
>
>
> “Chiedere dichiarazioni chiare su come vengono gestiti e conservati i
> dati è il primo passo per riflettere sulle garanzie che rischiamo di
> perdere nel momento in cui ci affidiamo alle leggi di un altro Stato o
> ai termini di servizio di un’azienda”, dichiara Claudio Agosti,
> presidente di Hermes – Centro per la Trasparenza e i Diritti Digitali in
> Rete. “Nonostante la natura gratuita del servizio spesso sia un
> incentivo più che sufficiente all'uso, dobbiamo ricordare che le nostre
> conversazioni, per definizione confidenziali, nel caso di queste reti
> non sono vincolate alle leggi europee sulla privacy e nemmeno alle
> nostre leggi statali, che siamo abituati a usare come riferimento.
>
>
>
> In ogni caso, anche nella peggiore delle ipotesi, cioè di fronte a una
> risposta non soddisfacente di Microsoft, disponiamo di due contromisure:
> una legale e l'altra tecnologica. Quella legale consiste nel richiedere
> la portabilità dell'identità digitale, un passaggio analogo a quello
> avvenuto nelle telecomunicazioni, che consentirebbe a un utente di
> cambiare operatore mantenendo inalterata la propria rete di contatti.
> Quella tecnologica consiste nel diffondere software che consentano di
> proteggere le chiamate e le chat su Skype da eventuali tentativi di
> raccoglierne i dati”.
>
>
>
> Tra le decine di firmatari della lettera aperta, oltre all’italiana
> Hermes, ci sono organizzazioni come la Electronic Frontier Foundation,
> Reporter Senza Frontiere, Open Media, Telecomix, Digital Rights
> Foundation.
>
>
>
> La lettera aperta a Skype: http://www.skypeopenletter.com
>
>
>
> Informazioni su Hermes:
>
> Hermes – Centro per la Trasparenza e i Diritti Digitali in Rete sviluppa
> tecnologie per la libertà e la trasparenza. La sua missione è di
> promuovere nella società consapevolezza e attenzione sui temi della
> trasparenza e della responsabilità dei governi nei confronti dei
> cittadini. Tra i progetti sviluppati da Hermes c’è anche GlobaLeaks, una
> piattaforma decentralizzata e open source per il whistleblowing.
>
> http://www.logioshermes.org/
>
>
> Contatti:
> tel. +39-02-87186005
> press at logioshermes.org
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