[e-privacy] Fwd: [Solidali] aggiornamenti dal processo del 10 giugno
cosmo
cosmos a riseup.net
Gio 17 Feb 2011 01:22:50 CET
Il resoconto della nona udienza del processo a Luigi Fallico e altri per banda
armata.
Interessanti il sesto e il penultimo capoverso dove viene rimarcata la valenza
probatoria dell'utilizzo di programmi liberamente disponibili sulla Rete.
Nell'ottavo capoverso si conferma la pratica (quanto comune?) di effettuare
intercettazioni di tipo preventivo.
saluti
--------- Messaggio inoltrato ---------
Oggetto: [Solidali] aggiornamenti dal processo del 10 giugno
Data: mercoledì 16 febbraio 2011, 16:15:06
Da:
A:
L'audio integrale di quanto riassunto sotto si può ascoltare qui:
http://www.radioradicale.it/scheda/319898/processo-fallico-ed-altri
*Mini report *
*25 gennaio 2011*
La prima parte della nona udienza si è consumata nelle richieste da
parte dei pm di far entrare nel procedimento ‘nuovo’ materiale
probatorio su cui la corte si è riservata di decidere. Il meccanismo che
prevale viene spiegato bene da un avvocato della difesa: questo è un
processo in progress ovvero ogni volta che ai pm Erminio Amelio e Luca
Tescaroli viene in mente di utilizzare un nuovo elemento che avalli la
loro linea, lo presentano in aula e, in un modo o nell’altro, cercano e
riescono a farlo entrare nel dibattimento. A discapito delle regole di
procedura a cui si richiamano solo quando non giovano loro e di
qualsiasi ragionamento lineare sull’accertamento dei fatti.
Peraltro, anche questa volta, molti dei materiali presentati aggiungono
elementi non tanto probatori quanto pregiudiziali, come un documento
ritrovato in possesso di Morandi firmato dagli Organismi Rivoluzionari
Combattenti oppure la richiesta di una ulteriore perizia sulle armi.
Quando la difesa smonta le idee portate avanti dalla accusa, ecco che
l’accusa presenta nuove prove a suo favore. questo meccanismo potrà
avere fine solo alla fine del processo.
In seguito si sono avvicendanti come testimoni gli uomini della digos di
Genova: La Rosa, Benedetti e Basile.
I testi hanno riferito sui pedinamenti che hanno eseguito nei confronti
di alcuni imputati, senza esimersi dal fare commenti sulla condotta
politica di questi stessi imputati, e, sempre e come al solito,
descrivendo un viaggio, un pranzo, una vacanza con la famiglia, le
frequentazioni e anche alcuni gesti che riguardano la sfera personale
dei compagni come parte di un disegno più complesso di intrighi e di
cospirazione, come se la mera descrizione di un fatto non fosse
sufficiente a giustificare la linea dell’accusa. Sembra essere
necessario aggiungere elementi che esulano dall’inchiesta, ma che
forniscono il quadro su cui l’inchiesta stessa si fonda.
L’ispettore Provenza della digos di Roma ha invece riferito sul
materiale informatico, rimarcando, per l’ennesima volta, come elemento
probante della pericolosità degli imputati il possesso di alcuni
programmi come PGP o Winrar, anche se mai installati o utilizzati. E la
situazione peggiora se per caso i computer risultano poco utilizzati.
Insomma dal momento che i controllori sanno cosa trovare, il dato o la
sua assenza vengono sempre inquadrati nel pieno rispetto delle loro
aspettative.
Tuttavia alcuni elementi interessanti sono emersi dalle arroganti parole
dei digos e dai quali diventa sempre più evidente l’atteggiamento della
legge al di sopra della legge stessa.
In una testimonianza si è fatto riferimento all’esistenza di
intercettazioni preventive, cosa che ha fatto impallidire la corte,
presieduta da Anna Argento, che si è resa immediatamente conto
dell’insostenibilità di un’affermazione di quel tipo dentro ad un
tribunale ed è corsa ai ripari fornendo una giustificazione al testimone
sbadato.
E ancora, gli avvocati difensori si sono accorti che fino a quel momento
alcuni agenti, testi dell’accusa, per poter rispondere alle domande loro
rivolte, hanno fatto ampiamente uso di informative di cui non sono
estensori (la cosa non sarebbe consentita in quanto il testimone può
attingere solo alla sua esperienza e non alle notizie rielaborate da
altri); di contro, i reali estensori non sono stati sottoposti ad un
interrogatorio specifico sulle informazioni da loro riportate perché
solo i pm erano a conoscenza del fatto che la firma in calce ai
documenti della digos non corrispondesse effettivamente all’autore. La
corte si è espressa a favore dell’accusa.
L’udienza si è quindi conclusa con un’estenuante dissertazione su PGP,
ammantando questo programma freeware e scaricabile da internet di un
alone di pericolosità e di mistero che è davvero difficile da credere.
La prossima seduta è fissata per il 17 febbraio e, nonostante il breve
tempo di attesa, i compagni detenuti sono stati trasferiti da Viterbo a
Siano nei primi giorni del mese.
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Marco Valli
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