[e-privacy] Chiuso. DDL Carlucci ?
Jan Reister
Jan.Reister at unimi.it
Thu Nov 5 08:34:32 CET 2009
Questa mattina ho ricevuto un comunicato stampa dell’ADUC nel quale si
riferiva che il Tribunale di Firenze, accogliendo il ricorso proposto da
tal Sig. Fabio Oreste, avrebbe disposto in via d’urgenza la chiusura di
un forum di discussione ospitato, creato e gestito dallo stessa ADUC
perché nello stesso si consentiva di postare contenuti anonimi.
Devo ammettere - e mi perdoneranno gli amici di ADUC - che sulle prime
non ci ho creduto ed ho pensato che l’estensore del comunicato avesse
frainteso il provvedimento del Giudice.
Sono, quindi, andato a leggere il provvedimento che ritrascrivo qui di
seguito:
osservato che e’ degno di tutela il diritto di opinione e di critica
ma che nell’ordinamento non puo’ trovare protezione l’anonimato; che
dalle notizie anonime e non controllate diffuse su internet puo’
derivare danno irreparabile alla reputazione del ricorrente Fabio
Oreste, con conseguenze negative anche economiche; ritenuto quindi che
il ricorso sia accoglibile
PQM
visto l’art. 700 c.p.c. inibisce all’Aduc la divulgazione in
internet del sito “Fabio Oreste e la fantafinanza” e ne ordina la
rimozione, assegna alle parti termine perentorio di 60 giorni per
l’inizio della causa di merito.
E’ un provvedimento semplicemente aberrante, scritto da un magistrato -
così ora avranno una buona ragione per chiudere anche questo blog! - che
ignora come funziona la Rete ma, ciò che è più grave, ha anche una
conoscenza almeno approssimativa delle regole del diritto.
Non sono tra i sostenitori dell’anonimato in Rete a tutti i costi ed
anzi - portando a casa la mia buona dose di critiche - ho addirittura
scritto che Mister Nobody non ha diritti in Rete così come fuori dalla Rete.
Il problema, tuttavia, è un altro.
Nella vicenda devoluta al Tribunale di Firenze non si discuteva di un
anonimo che rivendicava il diritto di dire la sua (come avrebbe fatto,
d’altra parte, un anonimo a presentarsi in tribunale?) ma, piuttosto, di
una persona che sentendosi diffamata - a torto o a ragione - da alcuni
commenti pubblicati in un forum in forma - non è dato sapere quanto -
anonima ha chiesto al giudice di ordinare ad ADUC, gestore del forum, di
disporne la chiusura.
Le regole del diritto ed il buon senso, in un caso di questo genere,
avrebbero suggerito di valutare il contenuto dei singoli post
incriminati - ammesso che il ricorrente si fosse preso la briga di
individuarli -, verificarne la liceità e, quindi, ordinare ad ADUC la
rimozione dei soli post di contenuto diffamatorio.
Ma, non è andata così.
Un intero spazio di discussione pubblica in Rete è stato chiuso privando
centinaia di cittadini - anonimi e non anonimi, civili e meno civili -
della libertà di manifestazione del pensiero ed un’associazione di
consumatori del diritto/dovere di utilizzare le nuove tecnologie per
tutelare gli interessi ed i diritti degli utenti abilitandoli a
scambiarsi opinioni ed idee in relazione all’operato di un professionista.
Il principio di diritto - anche se mi risulta difficile utilizzare tale
espressione - sotteso alla decisione è dirompente: nella Rete italiana,
nel 2009, è vietato erogare servizi di hosting che consentano la
pubblicazione in forma anonima o quasi-anonima di contenuti.
Si tratta, in buona sostanza, di un’applicazione ante litteram del DDL
Carlucci che, appunto, mira a vietare l’anonimato in Rete.
Questo blog è, dunque, fuori legge e con esso lo sono i siti dei
principali quotidiani italiani, lo è Youtube così come Facebook, il blog
di Beppe grillo e milioni e milioni di altri spazi di discussione libera.
Fortunatamente si tratta solo di un provvedimento cautelare (già
impugnato da ADUC) che sembra destinato ad essere ribaltato dai Giudici
del reclamo ma, certo, è difficile dormire sonni tranquilli sapendo che
leggi e giudici italiani, nel 2009, consentono la chiusura di un forum
online per anonimato.
Il 04/11/2009 17:16, Anonymous ha scritto:
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