[e-privacy] Intercettazioni e data retention
Marco A. Calamari
marcoc1 at dada.it
Wed Sep 27 10:48:23 CEST 2006
Ho pubblicato stamani questo fondo su Punto Informatico
L'articolo e' reperibile qui
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1666782&r=PI
La proposta di legge la trovate qui.
https://www.winstonsmith.info/proposta_di_legge_rdp_v6.rtf
Enjoy. Marco
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Cassandra Crossing / Le intercettazioni ed i marziani
E' piu' di una settimana che i media ci propinano dosi massicce di
informazione sulla vicenda delle presunte (ancora non c'e' una sentenza)
intercettazioni "illegali" svolte dal gruppo Tavaroli, Cipriani e C.
Perche' "illegali" con le virgolette ? Lo vedremo tra poco.
I fatti, almeno quelli resi pubblici, sono ormai noti a tutti; si era
creata nel posto piu' favorevole, cioe' dove c'era l'accesso a banche di
dati personali (finanziari, telefonici, telematici, giudiziari),
un'organizzazione illegale e truffaldina che provvedeva ad usarli ed a
cederli a terzi. Molti di questi dati sono stati impiegati per creare
fascicoli su personaggi anche noti o importanti (spesso i personaggi
importanti non sono quelli piu' noti).
Una intera classe politica si e' immediatamente stracciata le vesti ed
ha approvato in tempi e con compattezza senza precedenti un decreto
legge che impone la cancellazione di tutti i fascicoli raccolti
"illegalmente" (di nuovo le virgolette!) e stabilisce od inasprisce le
pene per coloro che compieranno in futuro simili reati. Si sente tanto
il sapore di grida manzoniana, proviamo a supporre che tale decreto
possa funzionare al meglio.
Ipotizziamo anche per un attimo che tutte le informazioni passate in
televisione e sui giornali siano vere, e che le intenzioni espresse dai
maggiori politici italiani siano totalmente sincere e si realizzino.
Cosa' succedera' ?
Verranno distrutti molte migliaia di fascicoli raccolti su persone che
avevano ed hanno diritto alla loro privacy. Verranno forse messi in
galera alcuni di quelli che l'hanno fatto. I prossimi che lo faranno (se
si faranno beccare) potrebbero finire in galera per molto piu' tempo. E
basta.
Ma le occasioni di delinquere ? Certo, si e' detto anche che le banche
dati statali, giudiziarie, di polizia e dei provider sono dei colabrodi
e dovranno percio' essere rese impenetrabili e gestite da personale
adamantino. Con quali soldi, visto che i tribunali non hanno nemmeno i
soldi per mettere le serrature agli armadi ? Mah.
Persino il Garante della Privacy prof. Francesco Pizzetti si e' questa
volta volta fatto sentire a voce alta, minacciando di usare quei poteri
che la sua Autorita' possiede ma non ha mai in precedenza utilizzato su
questa scala, per sanzionare in maniera pesantissima Telecom Italia.
A lui auguriamo la massima fortuna ed il massimo successo nel dare il
suo contributo per risolvere questa situazione.
Ma le cause prime delal perdita di privacy per gli italiani sono forse
le scarse protezioni delle banche dati ? Sono gli appetiti di chi e'
passato in pochi anni dalla vita dell'impiegato di banca a quella del
proprietario di una villa miliardaria ? Od e' invece il candore di una
classe politica formata apparentemente solo da marziani (in senso
craxiano) ed indignata oggi per il fenomeno dei "fascicoli" che ha
invece da sempre impregnato la politica di tutti i paesi del mondo,
passando in tempi recenti dal SIFAR all'occultamento della figlia
segreta di Mitterand. La risposta e' evidente; no.
La causa prima della perdita del diritto alla privacy degli italiani e'
l'esistenza e spesso l'obbligatorieta' di enormi ed eterne banche di
dati personali.
"Ma come" - diranno alcuni - le banche di dati personali servono, sono
utilissime per far funzionare la societa' e per colpire criminali,
pedofili e terroristi, come potremmo farne a meno?"
Facciamo un parallelo: supponiamo che una industria vitale usi una
sostanza tossica che permette di migliorare la qualita' dei prodotti e
magari di produrli anche a costi piu' bassi. La reazione piu' logica e
di vantaggio per tutti non e' quella estremista di vietare la sostanza
perche' tossica, e neppure quella di permetterne un uso indiscriminato
per far guadagnare il piu' possibile. La reazione logica e' di stabilire
precauzioni di impiego dove questa sostanza viene sintetizzata, usarla
solo dove serve, creare un processo industriale sicuro in cui venga
utilizzata, impiegarne la minima quantita' necessaria ed alla fine
controllarne lo smaltimento e la distruzione in modo che sia effettuato
in maniera ecocompatibile.
Questo modo di procedere, banale nel caso di sostanze tossiche, dovrebbe
essere applicato anche alla raccolta di dati personali, di
quell'Infosmog
http://e-privacy.firenze.linux.it/pws/La_privacy_elettronica.html
che tutti disseminiamo nell'ambiente della Rete ed anche fuori. Le
banche di dati personali sono utili ma anche molto pericolose perche'
possono essere usate per attentare ai diritti civili di singoli
individui, di gruppi e della societa' civile nel suo complesso. Non e'
una novita', lo facevano gia' nell'800 ed Orwell ne ha dato un quadro
magistrale in "1984".
Colpire solo gli usi illegali recenti e sbandierare questa come la
soluzione del problema e' nel migliore dei casi un'ingenuita' e nel
peggiore un inganno deliberato.
La creazione di banche dati personali deve essere realizzata solo quando
necessario e solo per scopi dichiarati e dimostrabilmente utili. L'uso
deve essere circoscritto e regolamentato, ma soprattuto limitato secondo
il "principio di necessita'". Ed ultima, ma piu' importante cosa, i dati
raccolti ed utilizzati devono essere distrutti quando non piu'
necessari.
La loro raccolta e conservazione indiscriminata ed eterna, anche se
giustificata dallo sbandieramento di vantaggi tanto eclatanti quanto
questionabili e soprattuto non verificabili (piu' sicurezza per i
bambini, meno attentati terroristici) deve essere vietata e questa si',
perseguita con il massimo rigore.
La raccolta indiscriminata di dati personali e' gia' vietata dalle leggi
dello stato italiano.
Le leggi gia' prescrivono l'uso limitato e la distruzione dei dati
personali dopo l'utilizzo. E' su questo che il Garante dovrebbe, a
parere di chi scrive, profondere il massimo impegno possibile
compatibilmente con gli scarsi mezzi che l'Autorita' che presiede viene
dotata.
Ed invece le nuove leggi le nuove direttive europee ed i nuovi trattati
internazionali continuano ad aumentare ed ampliare le raccolte di dati e
questo viene come sempre giustificato con le' esigenze di polizia e la
lotta al terrorismo. I terroristi vincono non quando fanno saltare in
aria persone innocenti; questo per loro e' solo un mezzo. Il loro fine
e' quello di incutere terrore ed ottenere tramite questo i loro veri
scopi; in questo contesto storico, attaccare le democrazie occidentali.
Rinunciare ai diritti civili e trasformare le democrazie in stati
tecnocontrollati significherebbe farli vincere.
Correre dietro ai colpevoli gia' messi alla gogna non e' importante;
importante e' prevenire realmente i problemi futuri, e farlo col
principio di realismo secondo cui alcuni uomini saranno sempre corrotti
o corrompibili ed alcune difese informatiche saranno sempre aggirate od
aggirabili.
E questo lo si puo' fare agendo sulle raccolte illegali nella sostanza
(senza virgolette) che non sono i fascicoli di Tavaroli & C, ma sono le
raccolte dati rese obbligatorie o tollerate dalle leggi piu' svariate.
Queste raccolte sono "legali" (tra virgolette) solo perche' obbediscono
ad una legge (dannosa) ma sono altresi' illegali (senza virgolette)
perche' negano di fatto alla generalita' della popolazione quei diritti
civili previsti dalla Costituzione e difesi da altre leggi (la 196/2003
ad esempio) come la privacy, la liberta' di espressione e la segretezza
delle comunicazioni.
Tavaroli & C. in questo contesto sono solo dei dilettanti, dettagli,
fumo negli occhi per la maggioranza delle persone, ed il decreto legge
che essi hanno ispirato e' solo un palliativo.
Ignoriamoli. Ignoriamo tuto questo scandalo ed opponiamoci alla sue
cause. E' indispensabile opporsi in maniera forte e ragionata alla
raccolta indiscriminata di informazioni personali, anche se giustificate
da presunti interessi superiori e farlo tramite nuove e semplici leggi
http://e-privacy.firenze.linux.it/2005/atti/Ep2005_Bileta.pdf
che non sarebbero nemmeno difficili da concepire. Una priorita' per il
Garante, per i legislatori che vogliano risolvere il problema e, non
ultimo, per quei cittadini italiani che desiderino conservare le loro
liberta'.
Un saluto. Marco Calamari
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