[e-privacy] Articolo del corriere su Telecom

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Tue Dec 26 17:50:07 CET 2006


Un articolo del Corriere della Sera del 20 dicembre 2006 di Paolo
Biondani:

La testimonianza di Jannone. Liberato Iezzi

L'uomo Telecom in Brasile: tangenti e sexy ricatti tra Tavaroli e gli
007 di Rio.

Milano - Tangenti e ricatti fra Telecom, Sismi «amici» e «nemici». In
Italia come in Brasile. A parlarne è Angelo Iannone, ex carabiniere
assunto in Telecom nel 2004 da Giuliano Tavaroli, da tre mesi in
carcere per spionaggio privato. I pm sentono Iannone come testimone,
intimandogli il segreto, ma stanno ancora verificando la sua
attendibilità. Il verbale è allegato all'arresto di Marco Mancini, il
numero tre del Sismi «stabilmente corrotto» dall'investigatore
Cipriani.
«Il collega Galletta - testimonia Jannone il 14 settembre - mi disse
che Cipriani, Mancini e Tavaroli erano "soci di fatto" fin
dall'assunzione di questi in Italtel. Disse che i (loro) soldi
transitavano su conti esteri e poi rientravano in Italia, ad esempio
per la villa di Cipriani. Sapendo della loro amicizia quasi
ventennale... io però dubitavo che Galletta fosse stato inviato da
Tavaroli con un registratore per studiarmi». L'unica conferma, per
ora, riguarda la villa di Firenze già sequestrata proprio come
«bottino» di Cipriani.
Jannone parla persino di leggi pro-Sismi proposte da Telecom al
governo Berlusconi. «Tavaroli mi chiese di preparare un decreto legge
che contemplava la possibilità per i Servizi di richiedere i dati del
traffico alle aziende di telefonia. Mi disse che di lì a poco il
dott. Tronchetti avrebbe incontrato avrebbe incontrato il
sottosegretario Gianni Letta per consegnargli tale bozza. Ciò al fine
di evitare una fuoriuscita incontrollata di tabulati ai Servizi».
Jannone, che fu protagonista dello scontro su Telecom Brasile, ora lo
ricostruisce come una guerra di spie e di tangenti, che avrebbe
coinvolto «anche Mauro Marcelo, nominato nel 2004 capo dei servizi
segreti brasiliani e rimosso nel 2005» e una donna che «organizzava
feste per incastrare personalità». Perfino dopo il sequestro
dell'archivio degli spioni, secondo Jannone, «Cipriani ricattava
Tavaroli» per non fornire le password ai pm: «Lo riferii al nuovo
capo, Bracco, che fece un salto sulla sedia perché da poco la sua
Polis aveva chiesto un milione di euro».
Il gip Gennari intanto ha rimesso in libertà (vigilata) il capo della
sicurezza Pirelli, Pierguido Iezzi (pur dichiarando «sicuro» che
avesse «molti» dossier di «servizi italiani e stranieri») e altri
quattro accusati, Bresciani, Galante, Nuzzi e Rizzo. Il giudice ha
negato la proroga degli arresti, perché ammissibile «solo in casi
eccezionali», ma ha anche confermato che questa «macro-indagine svela
continuamente nuovi reati».



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