[e-privacy] Re: [Flug] darknet commerciale

Nigi Fabio Nigifabio at gmx.it
Fri Aug 18 17:48:15 CEST 2006


 Fri, Aug 18, 2006 at 04:08:37PM +0200, Marco A. Calamari scrive:
> On Fri, 2006-08-18 at 13:26 +0200, Fabio Pietrosanti wrote:
> > Marco A. Calamari wrote:

(((snip)))

> E' difficile fare una critica costruttiva quando tutti i frammenti
>  del ragionamento che non si condivide sono condivisibili,
>  ma e' l'insieme che essi formano ad essere IMO errato.
> 
> Provo a sintetizzare:
> 
> 1) Per sfuggire agli attuali e futuri sistemi di tecnocontrollo
>  basati sulla memorizzazione pervasiva dei dati non basta
>  eseguire lavoretti di offuscamento; il semplice fatto di
>  usare proxy anonimi o vpn e' peggio che niente. E' una cattiva
>  soluzione che, dando un falso senso di sicurezza, e' peggio
>  di niente.
> 

quoto appieno

> 2) usare un mezzo di sicurezza poco efficace e' un
>  valido modo per mettere in evidenza il traffico
>  che si vorrebbe rendere privato.
> 
quoto e aggiungo:
andrebbe fatto notore a tutti che cmq, gli strumenti per la privacy 
andrebbero usati anche quando si invita il vicino di casa a bere una
birra
e non solo "quando se ne sente bisogno"

> 3) se qualcuno non e' disposto ad installare
>  (copiare) Torpark vuol dire che non usera'
>  nemmeno un proxy anonimo.


andrebbero, IMHO, inserito all interno di firefox come plugin di default
a mio avviso e con un bottone privacy si/no abilitato e disabilitato,
le persone hanno iniziato a capire cosa sono i cookie e pop-up da
quando la loro gestione è iniziata a essere trasparente,
ma forse sono un pò troppo estremista

> 
> 4) chi lavora da decenni su tecniche di analisi
>  del traffico se la ride di offuscamenti come quelli 
>  fatti dai "proxy anonimi"; il lavoro di Nick
>  Mathewson ed altri sull'inutilita' del traffico
>  di offuscamento e dei metodi tipo rete di proxy
>  (crowds) non sostenuti da crittografia a prova
>  di bomba e' tanto agghiacciante quanto chiaro
>  ed interessante
> 

è possibile avere dei link a questi paper tecnici?

> 5) La strada da battere IMO e' quella che con maggiore
>  o minore successo, ma sempre con un progresso, hanno
>  portato avanti ricercatori che si propongono
>  di creare strumenti *solidi*. I modelli sono 
>  sempre quelli della Mixnet e/o della Darknet,
>  e' la robustezza dell'implementazione ed in
>  seconda battuta quello della facilita' d'uso
>  che fa la differenza. Ed in questo Tor e'
>  un incredibile passo avanti.
> 

di sicuro molto più utile e fruibile di freenet.

> 6) la costruzione di prodotti che siano vendibili e'
>  sempre a rischio di terminare con la vendita di olio di
>  serpente; troppo spesso infatti (vedi di nuovo l'iniziativa
>  svedese) si finisce a dover avere fiducia di una terza 
>  parte. Questa modalita' di pensiero e' *la strada sbagliata*.
>  Piu' facile, funzionicchiante apparentemente, ma senz'altro sbagliata.
>  

continuo a quotare.

Fabio

> 
> Ciao.   Marco
> 
> 1
> > 
> > Relativamente ai fatti pubblici della cronaca, della politica,
> > dell'economia, provare soltanto a immaginare quante informazioni
> > scontatti che altrimenti non uscirebbero potrebbero essere pubblicate.
> > 
> > Chi pubblica deve usare TOR.
> > Ma se si vogliono raggiungere *le masse*, raggiungere *tutti*, essere
> > raggiungibili da google e linkabile dalle fonti di informazione online
> > (che è poi la base del meccanismo di propagazione delle informazioni
> > sulla rete internet) *deve* esserci un proxy.
> > 
> > Allora la tutela si sposta nei confronti di chi vuole parlare
> > (pubblicare) ma ha paura e lo farebbe solo nell'anonimato.
> > Certo che se io sono un giornalista o un politico o chiunque potrei
> > interessarmi a un metodo di pubblicazione anonima ma solo e soltanto se
> > poi questa informazione fosse fruibile da chiunque "facendo www.sito.com
> > nel browser".
> > 
> > Proviamo a pensare alla denuncia di un fatto o di una notizia scottante
> > che richieda l'anonimato.
> > Chi la pubblica vuole tutelarsi e nel pubblicarla vuole che il maggior
> > numero di persone al mondo ricevano la notizia.
> > 
> > Affinchè si diffonda deve usare gli organi di stampa nazionali,
> > annunciare quanto sta pubblicando, fare in modo che si diffonda, che
> > venga sfruttata la ragnatela di link e di sistemi di ricerca della rete
> > internet.
> > Tutto questo "dentro tor" non si può fare.
> > 
> > Non può certo inviare un comunicato stampa a tutte le testate nazionali
> > di informazione dicendo:
> > "C'è una notizia importante ma è raggiungibile solo su rete anonima tor
> > quindi, se vuoi leggerla, installa questo software, segui queste
> > istruzioni e potrai accedervi".
> > 
> > Certo che se fosse sufficiente fornire un url su cui il giornalista
> > immediatamente fa "Click", fruisce dell'informazione e inizia la
> > diffusione sarebbe tutto decisamente più facile.
> > 
> > Che poi in ambienti dove il contesto di rischio è decisamente più alto
> > vi sia anche la necessità di fruire di informazioni in modo 100% anonimo
> > mi trovi concorde.
> > 
> > Tuttavia la maggioranza dei "contesti di rischio" che potrebbero trarre
> > vantaggio da sistemi ibridi tor/internet imho sono numericamente e per
> > importanza sociale decisamente maggiori.
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