[e-privacy] In prigione, in prigione

Anonymous cripto at ecn.org
Sun Mar 2 11:35:26 CET 2003


	In galera chi detiene software per forzare siti e programmi 	
		
	Il nostro diritto d'autore, nel bene o nel male, si avvia
	sempre di più a ricalcare modelli di tutela d'oltreoceano 	
		
	di Pierluigi Perri 	
	26/2/2003 	
	URL:  http://weekit.mytech.it/weekit/unico/art006004037373.jsp 	

Un'ulteriore prova viene dalla legge 22 del 7 febbraio, che
colpisce chi vende o detiene programmi per forzare le misure di
protezione del software e dei siti Web.
La legge non fa altro che estendere a costoro le pene previste per chi
copia software o banche dati o per chi clona smart card per le pay-tv
satellitari a fini fraudolenti.
Nella sua nuova formulazione, arriva a prevedere sanzioni pecuniarie
fino a 50 milioni delle vecchie lire e fino a 3 anni di reclusione oltre
al sequestro cautelare dei dispositivi illeciti.
Non può non leggersi, in questa norma, l\x{2019}influsso del Digital
Millennium Copyright Act americano e del suo clone comunitario Eucd, che
prevedono espressamente sanzioni non solo per chi elude i sistemi di
protezione, ma anche per chi vende o detiene gli strumenti atti a
eluderli.
Come sempre, non si è tenuto in debito conto l\x{2019}impatto che norme
di questo tipo possono avere sulla dottrina del fair use e nemmeno
l\x{2019}effetto negativo sulla ricerca e l\x{2019}innovazione
tecnologica.
Molte volte il miglioramento di un determinato prodotto, soprattutto nel
caso del software, è passato attraverso lo studio delle modalità su come
aggirare le misure poste a protezione del software stesso.
Già sul piano internazionale si è visto come disposizioni di questo tipo
possano creare degli assurdi giuridici, basti per tutti ricordare il
caso del professor Felten e del suo pen felt hack, che consentiva di
superare le protezioni poste su alcuni Cd, e che si è visto minacciato
di persecuzioni legali nel caso avesse pubblicato i risultati della sua
ricerca.
Siamo quindi ancora di fronte a un diritto che vede ancora nella
security-by-obscurity la strada da percorrere, e che purtroppo non vuole
tener conto dei suggerimenti provenienti dal mondo più strettamente
tecnico-informatico, il quale invece nella trasparenza e
nell\x{2019}hacking (correttamente inteso, senza far danni) vede un
punto di forza.





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