[e-privacy] segnalazioni news - Siti non per tutti - resp. provider

Avv. Barbara Gualtieri barbaragualtieri at libero.it
Thu Oct 24 09:47:58 CEST 2002


[24/10] - Siti non per tutti
Portatori di handicap, no grazie.


 Il giudice federale Patricia Seitz ha emesso una sentenza destinata a fare
discutere, in base alla quale gli utenti dei siti internet non possono
pretendere che i siti siano costruiti secondo parametri che li rendano
accessibili anche ai portatori di handicap. Il giudice ha affermato che le
leggi in materia riguardano soltanto i luoghi aperti al pubblico di natura
fisica e non anche quelli virtuali. Il caso si era originato dalla denuncia
presentata da un utente con problemi di vista nei confronti della compagnia
aerea Southwest Airlines, a causa della difficolta' che incontrava nell'
acquistare biglietti on line . Nonostante gli avvocati abbiano cercato di
dimostrare che le difficolta' derivavano dal modo in cui il sito era stato
costruito, il giudice ha dato ragione alla compagnia aerea.

Non violiamo la privacy, siamo inglesi


E' ufficiale: i provider inglesi non sono diposti a conservare - a
disposizione della magistratura e degli investigatori - i dati dei propri
utenti come invece pretenderebbero le autorita' governative. L'11 Settembre
ha avuto i suoi riflessi anche in Gran Bretagna ed il governo ha emanato un
regolamento in base al quale gli ISP (Internet Service Provider) dovrebbero
conservare a lungo tutti i dati degli utenti, le e-mail inviate e le altre
transazioni effettuate tramite internet, nonostante questa richiesta sia
nettamente in contrasto con quanto auspicato dai garanti europei. L'ISPA ha
cosi' presentato una protesta formale, facendo presente che conservare i
dati puo' essere pericoloso per la privacy dei cittadini e non servira' a
fermare il terrorismo.




 I consumatori fanno causa a Microsoft


Non siamo per ora ai livelli di Philip Morris ma a causa delle richieste di
risarcimento anche Bill Gates potrebbe non dormire sonni troppo tranquilli.
Tutto e' partito da una recente sentenza del giudice Paul Alvarado della
Corte Superiore di San Francisco, che autorizza  i consumatori a rivalersi
su Microsoft, per effetto del prezzo eccessivo dei suoi prodotti. La
condanna della casa di Redmond per pratiche monopolistiche ha infatti
accertato sia la violazione delle regole di mercato sia prezzi fissati
unilateralmente dall'unico vendor, senza il vaglio di una sana concorrenza.
Proprio per questo, almeno in teoria, i consumatori possono chiedere a
Microsoft il risarcimento per il sovrapprezzo pagato rispetto all'ipotetico
"prezzo di mercato". In pratica 13 milioni di californiani ci stanno gia'
provando, e la richiesta di risarcimenti sfiora complessivamente due
miliardi di dollari.

(buongiorno.it)




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